L’alcol in gravidanza va completamente eliminato.
Vero è che spesso le future mamme sono confuse dalle numerose voci (alcune volte derivanti anche dai professionisti) che consigliano un bicchiere ogni tanto. Si attesta che circa il 50% delle donne gravide, in Italia, continui a fare un uso minimo/moderato di alcol.
L’uso di alcol in gravidanza è direttamente connesso alla cosiddetta FAS, anche detta sindrome alcolica fetale o sindrome feto alcolica.
I mesi più suscettibili al consumo di alcol sono i primi tre, in cui le maggiori conseguenze riguardano l’esito della gravidanza.
Questo, infatti, é uno dei motivi per cui si consiglia di interrompere il consumo di alcol già in fase di ricerca di una gravidanza: spesso la futura mamma non sa di essere incinta le prime settimane e continua a farne uso.
L’alcol dopo il primo trimestre, invece, sembra incidere più sulla salute del bambino dopo la nascita.
Alcuni studi hanno anche dimostrato che il consumo di alcun in gravidanza può associarsi a parto pretermine e aborto spontaneo.
La suddetta sindrome, inoltre, comporta i più svariati disturbi per il nascituro, in alcuni casi anche piuttosto gravi ed invalidanti per un sereno svolgimento della sua vita:
- Ritardo mentale;
- Sottopeso alla nascita e difficoltà nel crescere dopo la nascita;
- Ossatura al di sotto della media;
- Ridotta circonferenza del cranio;
- Difficoltà visive;
- Malformazioni al cuore;
- Deficit di attenzione;
- Forme di iperattività;
- Variazioni morfologiche importanti (naso schiacciato, occhi piccoli e labbro superiore più fine del normale).
Le prime sono dette disabilità primarie e costituiscono danni immediatamente evidenti.
Gli effetti non sono reversibili ed in alcuni casi peggiorano col tempo. Inoltre, non tutte le conseguenze sono rilevabili alla nascita: i disturbi comportamentali cognitivi, infatti, sono rilevabili solo verso i cinque anni di età.
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