Riprendo due passaggi significativi all’interno di un articolo di questo blog intitolato “gioventù sospesa al tempo del distanziamento sociale”: “ … gli adolescenti non sono già grandi …e siamo sempre noi genitori che dobbiamo aiutarli e guidarli in questo momento cosi difficile in cui anche loro possono avere incertezze e sfiducia sul futuro” e …“ non dimentichiamo che il confronto e il dialogo tra genitori e figli costituisce la base di una sana convivenza…”
Ecco, vorrei partire da qui per introdurre il tema del dialogo e soprattutto dell’ascolto, come strumenti efficaci ed essenziali per affiancare e sostenere l’avventura impervia del diventare grandi dei nostri figli…e voglio soffermarmi sulle due parole chiave: AIUTO e GUIDA.
Ho bisogno però di introdurre una premessa importante per inquadrare il tema.
Durante i miei corsi di formazione propongo sempre la domanda, che Thomas Gordon pone nel suo libro* e cioè: “Di chi sono i figli?”
Questo è un interrogativo che nasce per Thomas Gordon dalla considerazione di come spesso i genitori vivano i propri figli come un prolungamento di sé stessi, utilizzando tale idea come giustificazione al loro ruolo di “condottieri “(nel senso di condurre, portare…) del proprio figlio verso un modello pre-costituto nella mente del genitore stesso.
Il genitore ha in definitiva difficoltà ad accettare che un figlio è un individuo unico ed irripetibile, come lo è ogni essere umano e pertanto appartenente solo a sé stesso e al progetto di vita insito nella sua essenza.
Noi genitori siamo dunque chiamati ad essere “facilitatori” di tale scoperta, qualunque essa sia, perché da essa dipenderà la sua felicità.
Il compito di un figlio nello stare al mondo, non è rendere felice chi lo ha generato, ma avventurarsi alla scoperta di sé stesso, per attuare il proprio personalissimo progetto di vita e durante questo viaggio ha bisogno di “facilitatori”.
Come dice Virginia Satir * i genitori imparino a stare “né sopra, né sotto, né dietro, né avanti ma a fianco di un figlio”.
Perché parlarne a proposito di adolescenti?
Perché è proprio in questa fase di vita che si sperimenta nella relazione genitori- figli la fase più delicata …a volte critica…
L’essere umano inizia qui la faticosa e spesso travagliata (si parla infatti di un nuovo travaglio per partorire sé stessi) esperienza della “scoperta di sé nella relazione con i pari che diventano prioritari”, sperimentano il “distanziamento” dal mondo familiare che ha rappresentato fino a quel momento “la totalità” della sua vita.
Ed è un momento che spaventa in primis i ragazzi stessi, che ovviamente non esprimono apertamente tale difficoltà e paura ma lo fanno spesso in via implicita…
Ed ecco arrivati al punto cruciale che ci riporta alla domanda iniziale: “cosa vive, cosa sente un adolescente oggi?”
La parola “oggi” ci richiama alla peculiarità del momento storico attuale, di cui si è parlato tanto, anche rispetto agli adolescenti, e quindi non mi soffermerò su questo aspetto perché mi preme indicare uno strumento molto importante per accedere al mondo interno di un ragazzo: l’ascolto attivo!
È lo strumento per eccellenza dell’Approccio Centrato sulla Persona di Carl R. Rogers ed è Lo Strumento che facilita l’instaurarsi di una relazione profonda del genitore con il proprio figlio, basata sull’empatia, l’accettazione incondizionata, la fiducia e il rispetto profondo.
Un figlio ascoltato con queste qualità sarà a sua volta capace di ascoltare perché avrà imparato dal suo principale modello: colui che l’ha generato.
….to be continued…
Note:
“Genitori Efficaci” T.Gordon ed. La Meridiana, partenze
“In famiglia come va?” Vivere le relazioni in modo significativo, Virginia Satir ed. Impressioni Grafiche