Le principali tappe linguistiche dei bambini

IL PIANTO, è questo il primo linguaggio del neonato. Piange quando ha fame, quando ha sonno, quando ha le presunte coliche, quando vuole stare a contatto con la sua mamma o con il suo papà. Pian piano, crescendo, inizia ad emettere i suoi gridolini con diverse tonalità, inizia ad ascoltarsi sempre di più e a sperimentare le sue “corde vocali”. Fino ad arrivare alla lallazione che compare intorno ai 6/7 mesi. La lallazione è la prima e vera prova del linguaggio espressivo. È una ripetizione continua prima di sillabe uguali MAMAMA o PAPAPA e così via e dopo di sillabe diverse, ad esempio MANANA DATATA TATATA. È bene ricordare a tutti i genitori però che nella lallazione non c’è un vero e proprio significato, quindi se il bambino a 6/7 mesi ripeterà le sillabe MAMA, non significa che abbia ripetuto la parola mamma associandola alla figura della sua mamma, sta semplicemente provando a ripetere le sillabe che sente maggiormente. Attraverso la lallazione il bambino sperimenta i suoni e si aspetta una reazione da parte di chi lo ascolta, quindi è bene incentivare questa sua produzione ripetendo le sillabe dette dal neonato e dialogare con il proprio bimbo per permettergli di passare alla fase successiva: la pronuncia delle prime e vere parole, che solitamente avviene intorno al primo anno d’età. Durante questa fase di produzione linguistica è bene “stimolare” il proprio bambino ad ascoltare e a produrre più parole possibili. Un consiglio che mi sento di dare a tutte le mamme e a tutti i papà è quello di nominare tutte le azioni di vita quotidiana, utilizzando un linguaggio chiaro e semplice in modo che il bambino possa facilmente ascoltare e tentare di ripetere. Mi raccomando, non forzate la ripetizione, non pretendete che il vostro piccolo ripeta per forza ciò che gli state a dire, altrimenti potreste assistere a un rifiuto da parte del bambino. Il bambino di un anno, che viene continuamente forzato a ripetere le parole, arriverà ad assumere un atteggiamento ostile nei confronti degli adulti e si potrebbe anche assistere ad un arresto linguistico, in cui, anche quelle due paroline che pronunciava, non verranno pronunciate più. La cosa che voi genitori potete e dovete fare è dare il giusto esempio, parlare lentamente, rispettare i turni di conversazione, giocare ed interagire con i vostri piccoli… e vedrete che piano piano il linguaggio emergerà. Tra i 18 e i 24 mesi si dovrebbe assistere ad un aumento notevole di linguaggio. Considerate che a 24 mesi il bambino dovrebbe produrre almeno 50 parole spontaneamente (no su ripetizione) e considerando parole anche i suoni onomatopeici (bau bau, miao, muuu…) Se così non fosse, vi consiglio di consultare un logopedista che, vedendo il vostro piccolo, saprà darvi dei consigli giusti per aumentare la produzione delle prime parole e delle frasi. Ricordatevi inoltre che i bambini a 24 mesi devono comprendere il linguaggio e i “comandi” semplici e complessi. Se così non fosse, è bene parlarne con il pediatra e con un logopedista, i quali, se riterranno opportuno, vi indirizzeranno dagli appositi specialisti. Tra i 36 e i 48 mesi, tutti i suoni della lingua italiana dovrebbero essere acquisiti (fatta eccezione per quelli più complessi, come ad esempio la R) e il linguaggio dei bambini dovrebbe essere simile a quello degli adulti. Si dovrebbe capire tutto ciò che il bambino ci dice e vuole comunicare. L’interazione con i coetanei deve essere buona, il bambino deve avere voglia di comunicare ed interagire con gli altri.

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