L’importanza della lettura condivisa

Se io ci tengo veramente a te,

se voglio avere una relazione con te,

ti racconto storie.

Jonathan Safran Foer, scrittore statunitense

Leggere ad alta voce ai bambini, fin dalla più tenera età, produce senza dubbio importanti benefici. Gli esperti concordano sul fatto che non è mai troppo presto per iniziare e molti di loro suggeriscono di farlo anche durante la gravidanza poiché in tal modo il bambino familiarizza con le voci dei genitori e riceve stimoli che favoriscono il potenziamento delle capacità cognitive.

Il bambino nasce con un patrimonio genetico che contiene tutte le informazioni necessarie al suo sviluppo ma poi l’influenza ambientale, l’educazione, gli input ricevuti assumono un ruolo estremamente rilevante nella sua formazione.

Essendo dotato di grande plasticità biologica, l’incremento delle sue competenze cognitive, emozionali e motorie risulterà potenziato da un ambiente che offre attività e situazioni stimolanti. Dedicare del tempo ai propri figli con la lettura ad alta voce significa favorire la loro crescita cognitiva ma anche rafforzare il legame affettivo.

Sedersi insieme in uno spazio scelto per l’occasione in un momento della giornata e magari trasformarlo in un rituale, avvicina l’adulto al bambino che percepisce la forza qualitativa di quella condivisione. Molte ricerche infatti hanno dimostrato che la quantità del tempo trascorso con i propri figli non è determinante per una crescita equilibrata, armonica e di “successo”, ciò che risulta produrre effetti molto positivi è invece la qualità di quei momenti: un adulto che spegne il suo cellulare per una mezz’ora per dedicarsi ad una lettura ad alta voce con il proprio figlio manifesta la sua volontà di dedicarsi totalmente a lui.

Come già accennato, i benefici di questa attività non riguardano solo l’intensificazione della relazione adulto-bambino, essa incide positivamente su altri aspetti non meno importanti.

Per prima cosa si rileva un notevole arricchimento del patrimonio lessicale. Un bambino che ascolta storie, filastrocche, racconti immagazzina una gran quantità di vocaboli e di significati. Maria Montessori definì la mente del bambino mente assorbente proprio per questa sua capacità di assorbire dalle esperienze e quindi di immagazzinare ciò che l’ambiente gli offre.

Numerose ricerche hanno dimostrato che il numero di parole possedute da un bambino esposto alla lettura è di gran lunga superiore a quello di un bambino che non riceve questo genere di stimolazioni e muoversi con facilità all’interno di una lingua offre la possibilità di comprendere e rappresentarsi il mondo in maniera più consapevole e profonda e di esprimere i propri pensieri in maniera più articolata.

Gianni Rodari nella sua indimenticabile Grammatica della fantasia  scrive:“«Tutti gli usi della parola a tutti» mi sembra un bel motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo”.

Padroneggiare un linguaggio ricco di parole rende gli individui liberi, lo sostenevano anche don Lorenzo Milani e i suoi ragazzi che in Lettera ad una professoressa parlano della lingua che “fa uguali”.

La lettura inoltre affina le capacità di ascolto, di attenzione e di concentrazione ma anche la capacità di cogliere le sequenze logiche e temporali degli eventi, di assimilare strutture narrative e di sviluppare le capacità immaginative.

La lettura fa emergere anche le emozioni che prova il bambino e che a volte lo disorientano perché non riesce a riconoscerle e gestirle. Attraverso l’identificazione con i vari personaggi delle storie, il bambino impara a  comprenderle meglio, a scoprire i comportamenti più idonei da tenere in certe situazioni, a esternarle e incanalarle.

E per concludere evitiamo di cadere in uno dei nove modi per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura, Gianni Rodari ce li ha elencati già nel 1964 ma trovo che siano tuttora validissimi:

1. Presentare il libro come un’alternativa alla TV (oggi direi anche a internet)
2. Presentare il libro come un’alternativa al fumetto
3. Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più
4. Ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni
5. Dare la colpa ai bambini se non amano la lettura
6. Trasformare il libro in uno strumento di tortura
7. Rifiutarsi di leggere al bambino
8. Non offrire una scelta sufficiente
9. Ordinare di leggere per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura

E come insegnante per lungo tempo nella scuola primaria vorrei aggiungere: mai dire a un bambino la maestra ha detto che devi leggere!

Trovo che sia una delle forme più inefficaci mai escogitate dai genitori. Non si fa odiare solamente la lettura ma anche la maestra!

Favoriamo piuttosto l’approccio con l’oggetto libro in maniera piacevole, lasciamo che il bambino lo esplori, lo maneggi, ci giochi; facciamo in modo che lo trovi in luoghi facilmente accessibili secondo il principio montessoriano dell’ambiente a misura di bambino e soprattutto ricordiamoci che il bambino apprende moltissimo dai nostri comportamenti, un genitore lettore vale più di mille esortazioni alla lettura.

A questo punto vorrei chiudere questa breve riflessione con le parole che Corrado Augias ha scelto come titolo di un suo libro:  Leggere. Perché i libri ci rendono migliori, più allegri e più liberi.

Buona lettura a tutti.

Bibliografia

AUGIAS C., Leggere. Perché i libri ci rendono migliori, più allegri e più liberi, Mondadori, Milano,  2007

DENTI R., I bambini leggono. Una guida alla scelta, Einaudi, Torino, 1978

LA SCUOLA DI BARBIANA, Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 1967

MONTESSORI M., La mente del bambino, Garzanti, Milano, 1999

RODARI G., Grammatica della Fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie, Einaudi, Torino, 1973

RODARI G., Scuola di fantasia, Editori Riuniti, Roma, 1992

TUCKER N., Il bambino e il libro. Una esplorazione psicologica e letteraria, Armando, Roma, 1996

VALENTINO MERLETTI R., TOGNOLINI B., Leggimi forte. Accompagnare i bambini nel grande universo della lettura, Salani, Milano, 2006

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